L’inverno è ormai alle porte e tutte noi siamo alla prese con l’acquisto dei collant per la stagione fredda. Molto di moda sono i collant con disegni geometrici o scritte da sfoggiare con le gonne corte o ampie, a seconda delle preferenze. I collant sono apprezzati da moltissime donne ma, nel momento dell’acquisto probabilmente nessuna di loro s’interroga sull’impatto che possono avere sull’ambiente. Indubbiamente dovremmo riflettere sull’impatto ambientale di tutto quello che acquistiamo, non solo dei collant o dei cosmetici ma davvero su ogni singolo prodotto che usiamo. Ogni giorno migliaia e migliaia di rifiuti vengono prodotti generati da ogni singola abitudine. In questo articolo ti aiuterò a capire quali sono gli effetti dei collant che usi tutti i giorni sull’ambiente. Parleremo del collant biodegradabile, la valida alternativa a quello tradizionale.
Per aiutarti a scegliere in modo corretto durante i tuoi acquisti, metterò a disposizione anche un elenco di aziende che hanno deciso di produrre un collant riciclato o biodegradabile. Un futuro migliore e diverso è davvero possibile dall’impegno di ogni singolo individuo
Sono stata ispirata da questo argomento grazie all’articolo che ho letto sulla rivista VOGUE. L’articolo nello specifico s’interrogava proprio sull’impatto che hanno i collant sull’ambiente. Anche noi di Amametia abbiamo già parlato del problema dell’impatto ambientale dell’abbigliamento che usiamo. Se ti interessa l’argomento continua a leggere anche sulla Borsa vegana e Cruelty Free.
Origini dei collant
Fin dalla loro prima comparsa, i collant sono stati sinonimo di modernità. Offrivano, attraverso la loro funzione, in qualche modo fascino e una seduzione particolare. Quali sono le origini storiche dei collant? Secondo la leggenda, quattrocento anni fa il reverendo Lee presentò il primo paio di calze realizzate in pura seta alla regina Elisabetta I d’Inghilterra. La regina ne rimase affascinata e iniziò a usarle. A causa del materiale pregiato con cui venivano realizzare, per secoli le calze di seta sono state indossate esclusivamente da ricchi nobili. A quei tempi la seta attraversava molti chilometri per giungere in Europa dalla lontana Cina. La seta, era un materiale pregiato e molto costoso e la realizzazione di calze con questo materiale risultava molto elaborato e dispendioso.
Anche se oggi i collant non sono realizzati in pura seta, il loro processo produttivo risulta ancora molto elaborato. Infatti, per un indumento così comune e a basso costo, vengono coinvolte una serie di risorse e questo rappresenta un problema per l’ambiente.
Collant: la rivoluzione nel settore tessile
Durante gli anni ’40 due grossi sviluppi nel settore tessile hanno reso possibile la realizzazione dei collant che oggi indossiamo. In quegli anni gli ingegneri inventarono le macchine circolari che riuscivano a lavorare a maglia le calze in un unico pezzo che successivamente veniva attaccato a una specie di “mutanda”. Questa innovazione eliminò l’uso della giarrettiera. In quegli anni i collant non diventarono popolari poiché il loro uso era praticamente collegato con la sensazione di freddo.
Fu la metà degli anni ’60 con l’ascesa della minigonna che i collant diventarono davvero popolari tra le donne. A quei tempi i collant, tanto quanto le minigonne, erano un gesto di libertà e di affermazione femminile. Per questi motivi il collant sono entrati a far parte del messaggio di anti-establishment e degli ideali rivolti al futuro. Negli anni successivi, ancora più significativo è stato il contributo della DuPont Company grazie all’invenzione di una fibra sintetica problematica che probabilmente hai nel cassetto oggi: il nylon.
Effetti dannosi dei collant in nylon
I collant tradizionali più comunemente usati sono per lo più realizzati in nylon. Il Nylon è una fibra sintetica a base di plastica derivata dal carbone e dal petrolio greggio. Nylon è il nome di una famiglia di polimeri sintetici comunemente usati per realizzare una varietà di diversi tipi di abbigliamento e beni di consumo.
È stata la prima fibra sintetica che ha unito forza ed elasticità straordinarie. Si ritiene generalmente che la produzione di nylon abbia impatti negativi sull’ambiente e sull’uomo. Sebbene sia possibile produrre nylon con altre sostanze, la maggior parte dei produttori utilizza il petrolio greggio come costituente principale. Il secondo costituente, l’acido adipico, rilascia protossido di azoto (un gas serra 300 volte più potente dell’anidride carbonica) se combinato con il primo! Non hai bisogno di sapere molto di più sulla struttura di questo materiale per capire che non ha un buon effetto sull’ambiente.
Problemi del ciclo produttivo del nylon
La produzione di nylon è assetata, affamata di energia e genera protossido di azoto, un gas serra 300 volte più potente della CO2.
La grande quantità di energia che serve per produrre il collant di solito proviene da fonti non rinnovabili. Inoltre, per la produzione di questo indumento è necessaria una grande quantità di acqua durante tutto il processo, dal raffreddamento della sostanza alla tintura del tessuto. E poiché la maggior parte dell’industria tessile è esternalizzata in paesi con normative ambientali meno rigorose, è purtroppo molto più facile per gli stabilimenti smaltire con noncuranza queste acque reflue sporche e tossiche in corsi d’acqua vitali.
Infine, per il Nylon occorrono almeno 30 anni per decomporsi, spesso di più, il che significa che ogni singolo paio di collant smagliati che abbiamo gettato nel cestino sarà ancora in discarica da qualche parte.
Un altro punto a sfavore del Nylon è che se compariamo la sua durata a quelle delle altre fibre sintetiche, difficilmente si può sostenere che i collant siano fatti per durare. Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti oltre 103.000 kg di rifiuti derivanti dalle calze. Se riflettiamo attentamente le calze hanno davvero una durata limitata – compra, indossa, strappa, ripeti – paradossalmente identica a quella della plastica monouso. Abbiamo tutti ben presente l’impatto ambientale delle cannucce monouso, giusto?
Il collant del futuro? Biodegradabile
Per tutti i motivi che ho citato qui sopra è bene smettere di acquistare e usare i collant tradizionali. Per fortuna alcune aziende innovative hanno trovato delle valide soluzioni al grande problema dell’impatto ambientale dei collant. Le calze, come altre materie plastiche, possono essere riciclate. Infatti, ECONYL, creato dall’azienda italiana Aquafil, utilizza rifiuti sintetici come plastica industriale, tessuto di scarto e reti da pesca degli oceani, quindi li ricicla e li rigenera in un nuovo filato di nylon che è esattamente la stessa qualità del nylon vergine.
Anche se l’azienda ECONYL con il suo innovativo materiale elimina la necessità di combustibili fossili nel processo di produzione di base e riduce la produzione complessiva di nylon vergine, non mitiga necessariamente il rilascio di microfibre nei nostri oceani, poiché il tessuto di nylon riciclato è ancora plastica.
La cosa più importante e forse rivoluzionaria che possiamo fare è limitare il più possibile di acquistare i collant tradizionali. Per fare questo è preferibile investire in un buon paio di collant sostenibili per rompere definitivamente il “ciclo monouso”. Per aiutarti in questa scelta davvero importante che fa la differenza ho selezionato per te tutti i marchi che producono collant biodegradabili.
Esempio di collant biodegradabile
Quando decidiamo di offrire un contributi importante a mantenere l’ambiente pulito e non contaminato, dobbiamo scegliere con consapevolezza i nostri acquisti. Abbiamo visto che in commercio esistono ben due alternative al collant tradizionale che sono:
- Il collant biodegradabile,
- oppure, il collant realizzato con materiale riciclato (che è sempre nylon) che non sempre è biodegradabile.
Ti suggerisco di preferire il collant biodegradabile perché più sicuro e per fare avvero la differenza.
1. Esempio di collant biodegradabile
Emilio Cavallini, collant 100% biodegradabile
Qui sotto puoi vedere un esempio di collant biodegradabile realizzato dall’azienda Emilio Cavallini. Si tratta di un collant 30 Denari realizzato con fibre naturali dalle proprietà biodegradabili potenziate, che permettono al filato di decomporsi rapidamente una volta smaltito. L’azienda garantisce la qualità e la durata di conservazione standard del prodotto.
Pretty Polli, collant opaco 70 Denari biodegradabile
Dove trovare il collant riciclato o biodegradabile?
Qui sotto ho raggruppato tutte le aziende che al momento hanno scelto di produrre e vendere il collant biodegradabile. Questa lista è in continuo aggiornamento e se hai aziende da suggerire scrivimi su Messenger, sarò felice d’inserirle nella lista. Al momento puoi acquistare il tuo collant realizzato con filo riciclato e in alcuni casi anche biodegradabile da queste aziende:
- Calzitaly
- Swedish Stockings
- Emilio Cavallini
- Hedoine
- Heist
- Underprotection
- Dear Denier
- Organic Basics
- LANIUS
- BooB
- Thought
- Living Crafts
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